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Roma. La mostra di Opiemme negli spazi di Copernico, Clubhouse Barberini

Whitelight Art Gallery espone il lavoro dell’artista italiano che si è distinto negli anni per aver unito la poesia all’arte pubblica, e per aver spinto il movimento della poesia di strada italiana verso nuovi orizzonti ROMA - In occasione del progetto“di Parole faccio Arte” la Whitelight Art Gallery, galleria di arte contemporanea fondata da Giorgia Sarti e Marta Menegon, e Copernico, presenta, dal 2 marzo presso il nuovo spazio a Roma di Copernico, Clubhouse Barberini  il lavoro di Opiemme.  Opiemme, che vive e lavora a Torino, esplora il territorio di confine tra poesia e immagine, immagini da leggere, parole da guardare. La poesia diventa segno con cui tracciare nuove immagini. Le immagini diventano parole con cui comporre nuova poesia.  Il suo lavoro trova sicuramente stimoli nell'ambiente pubblico, ma il suo scopo è quello di avvicinare la poesia alle persone. Un intento questo che è concretizzato a partire dal 2013 quando Opiemme ha proposto il progetto “Un viaggio di pittura e poesia”, nell’ambito del quale l’artista ha realizzato numerosi murales, con calligrammi e citazioni dedicate a diversi autori in molti paesi, fra cui  Argentina e Uruguay. Fra arte pubblica, installazioni luminose, pitture murali, performance collettive e liberi interventi di “street art”, Opiemme crea una “nuova sfera” per la poesia, in un tentativo estetico di fusione fra significato e segno, fra parole e colori.  I lavori presentati negli spazi di Whitelight Art Gallery - Clubhouse Barberini a Roma fanno parte della serie di opere su cartine geografiche, o nautiche, e su collage di quotidiani d’epoca, e sono compresi in un periodo che va dal 2014 al 2017. Le opere riflettono la cifra stilistica di Opiemme che compone letterform con l'utilizzo di lettere e calligrammi ispirati a grandi poeti, come nel caso di Arrigo Boito, i cui versi di Dualismo (1903, “Son luce ed ombra, angelica farfalla o verme immondo [...]”), attraverso un'articolata trama di lettere, compongono quegli stencil che l’artista dipinge con spray e altre tecniche pittoriche. Fra le opere in mostra anche la serie Vortex, che nasce dal personale interesse dell'artista per l’astronomia e trae ispirazione dal libro L'alfabeto scende dalle stelle. Sull'origine della scrittura di Giuseppe Sermonti. Si tratta di opere con tecniche e supporti differenti: dal dripping su tela o su tavola, all’utilizzo di antiche carte nautiche e di quotidiani d’epoca.  Oltre alla serie Vortex, a Roma è  esposta una selezione di cartine geografiche e collage di giornali d'epoca, quali “La storia è migrante”.  “Fissando le cartine vedo forme e ricordi” – commenta Opiemme – “Mi piace leggerle. Orientarmi senza device…Perdermi nella pareidolia, nelle forme che i loro contorni accennano e suggeriscono”. L’artista ritorna all’uso delle carte geografiche cartacee, in un mondo digitale, come recupero della memoria di luoghi su cui inserisce parole che formano frasi e forme dalle molteplici letture. “I miei disegni nuotano in questo. E assumono valori che conosco ancora. Così come le parole di una poesia possono assumere significati diversi a seconda delle emozioni e delle esperienze di chi le legge.”  Vademecum Opiemme – solo showall’interno del progetto “di Parole faccio Arte”Whitelight Art Gallery c/o Clubhouse Barberini, Via San Basilio 48, Roma Dal 2 marzo 2018 al 23 aprile 2018Su appuntamento dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 18.00 info@whitelightart.it ...

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